“A piedi nudi”

Radici e linfa
a rinverdir le foglie
cantano
le sciolte chiome
sfidando i venti.
 
Son tremule
le mani
legate a fessure
di stretti rami.
 
Filano.
 
Vecchi telai
con umide ali
velando
stinti specchi.
 
A fil di voce
s’adagiano
suoni e palpebre
di parole
fuggite lontano
dalle ginestre.
 
Oh penna
scopriti nel chiaro
di spine avvinta.
 
Non tremar
mentre spegni
i giorni
trascinando
a terra
le ginocchia.
 
Oltrepassato
l’ingresso
crocifiggiti
al petto
i ruvidi passi
che la vita  vuota
in silenzio.
 
Cristina Desogus