Non sono muta, né voce immolata alla notte;
pugnale e spaccatura di cosce
sanguino nel respiro bisbigliato all’orecchio
dalle ignominie del falso asserire;
ed è oscena movenza quando s’appella potente
il ribrezzo e l’insulto alle caviglie tue,
annosa puttana, fasciata al demone del fuoco
ti strusci al respiro osannando
debolezze prigioniere di viscere scisse.
Sangue indomabile cola e ossessiona,
rallegrando il grembo e l’ intreccio d’ombre
cucito nei morsi rabbiosi della cagna, mai paga.
Non sono cieca, né ho sguardo coperto dal nero
di falsi quadri appartenuti a santi in lutto
che si sono impiccati alla debole carne.
Coraggio, volgi lo sguardo all’inferno!
Ti renderò, nel tempo, la pace dei vermi satolli
e la natura incorporea dell’ ombra plumbea.
Cristina Desogus
Chi muore (Ode alla vita)
Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia, chi non rischia
e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Lentamente muore chi fa della televisione il suo guru.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce
il nero su bianco e i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l’incertezza,
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova la grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare.
Muore lentamente chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto
prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce .
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivi
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà
al raggiungimento di una splendida felicità.
Pablo Neruda
BUONASETTIMANA, un abbraccio ….meravigliosa poesia
Abbraccio.