“Lingue di fuoco”

Occhi di fumo e preghiere
nei contorni del vento
placano l’ ultima fiamma
di candele consunte.
Bramando la negligenza
e l’ignominia, si è composto
artiglio di lutto nelle colline,
e il riposo dell’oro ferito
è drappo di morte e paura
in volto e nel grembo sgravato
dai fiori della mia terra.
Taccio. Non porgo né chiedo
replica a questo fare inverso;
 infami lingue di fuoco
 mi liberano dentro il vento.
 
Cristina Desogus