Archive for Marzo, 2009

Ancora

martedì, Marzo 31st, 2009
Ho ancora
il tuo profumo
 sulla pelle
sulle labbra sento forte
il tuo sapore.
 
Distesa
 sul tuo ventre
 sussulta ancora
la carne
 
padrona
prigioniera
 
di indivisi movimenti.
 
Ti osservo
 
ed è lenta
 la notte a venire
sul tuo corpo
 teso
 
scoglio da cingere
con palmi d’acqua
e lingua di fuoco
rievocando
fame di possesso
nella bocca.
 
Annega
 Mio Padrone
 mani roventi
sui fianchi
 
 
affonda
lama umida
 come onda che penetra
alcova irrequieta
dissetando anfratti
incustoditi.
 
Cristina Desogus

Da qui all’eternità

lunedì, Marzo 30th, 2009
E’ richiamo
la tua pelle umida
delineata nei riflessi
dello sguardo.
 
Bocciolo
avvolto dal mio seno
sfamati con brama
nell’incendio scatenato
dall’attesa.
 
Accendi di gocce 
la tua lingua mentre scuce
sensi piegati alla voglia
dal mio ventre.
 
Correnti
di un unico corso
sono le vene ora sciolte
 nei fremiti annodati
alle mani guidate
per valli che inebriano
 ogni pausa di pensiero.
 
Ed è abbandono…
 
ti accolgo
 nel sussulto del respiro
schiudendo al piacere
le labbra.
 
 
Cristina Desogus
 

Sensi

lunedì, Marzo 30th, 2009
È fuoco vivo
la resa alla voglia dei sensi
che lega noi
 
naufraghi nei respiri
di labbra umide.
 
Alla deriva
tratteggiamo tramonti
vestiti di mani avide.
 
Corposi assaggi
sono le attese
nel delirio ricamato
di carne e sale.
 
Mare vigoroso, ora
vieni a me.
 
Come ambrosia nutrimi
nella prigionia che il cielo
di respiri schiaccia.
 
Schiavi flessuosi
di un dio cieco
strappiamo le radici
alla ragione risorgendo
nell’estasi.
 
 
Cristina Desogus

Unica nota del cuore

sabato, Marzo 28th, 2009

Fluisce
appena il fiato
nel travaglio
che unisce
il giorno alla luce
tratteggiando la distanza
 dal soffitto al cielo
 nelle onde
 desiderose di mare.
 
Il cosmo
 nell’incedere lento
di un respiro indossa
 un unico ricamo di corallo
suona un solo silenzio
 di note ritmate
dal pianto caduto
 nella lontananza colma
 di completezza
 
Il cuore
 intreccia a fili stretti
 l’equilibrio lieve
 
Amore
Malinconia
 
La gemma che nutre
 la realtà vive
sostenuta dall’ esistenza
che incatena
un crescendo di certezze
a sementi di grano fecondo
lontano dal tempo
di mietitura.
 

In nessun attimo
della mia vita
Amore e  Malinconia
sono state a tal punto
  Unica Nota del Cuore
quanto in questo giorno
in cui desidero
sentire le tue labbra
sulle mie.
 
 

Cristina Desogus

Tempo

sabato, Marzo 28th, 2009
Una stilla calma
lacera il sole
ritardando l’ardere
del cielo.
 
Vive il rumore
del tempo
appeso al respiro
quando
orfano lo sguardo
dispone l’altrove
in superficie
obbligando il vissuto
alla sosta.
 
L’intervallo
del soffio tra le chiome
allunga l’ombra
del presente
con luce d’alba
tinteggiando
di smeraldo mai usato
le pagine fragili
di una foglia
vestita unicamente
di memorie.
 
Sfiora a stento
adesso
il sillabare delle ore
il pensiero.
 
Nel cieco crepuscolo
acerba pena
assapora il germoglio
consapevole
dell’ istante antecedente
al suo fiorire.
 
Cristina Desogus

Nessuno

giovedì, Marzo 26th, 2009
Il giorno
scavalca il tramonto
fingendo il chiaro
alle spalle
di una lama tagliente
quando sprona
alla voce muta
il passo.
 
Goccia di pianto
è una parete di cielo
sul sentiero.
 
Non
conoscerà il silenzio
quel taccuino con le pagine
divorate dal tempo.
 
Non
  conterrà il sole
 le  primavere
delle pagine bianche
rimaste nel vuoto
di una rosa
con i  petali appesi
al passato
senza profumo e colore
che in esse riposa.
 
Nessuno
concepirà il preferire
un manto di stelle
al giaciglio
spento del buio.
 
Non
saprà l’oscurità
la misura
della sua sconfitta
dinanzi alla luce scorta
in quello sguardo
che abbracciando
la morte
ho udito sussurrare:
 
finalmente
il mio cuore trema
per la vita.
 
Cristina Desogus
 

Per le tue labbra

martedì, Marzo 24th, 2009
Non toglie la sete
al mare
una goccia di pianto
eppure
nel più selvaggio
dei giardini
la sua essenza
aggiunge
nuova linfa
al timido petalo
che per primo
saluta
il muto mattino.
 
Api avide bramano
l’eternità dell’oro
racchiuso
in un solo giorno
reggendosi
su perfezioni esili
avendo appreso
d’esser ladre
di quanto per natura
al fiore appartiene.
 
Allo stesso modo
del mare
ruberei il sale
per riacquistare
lo sguardo
d’ogni mio giorno
reso cieco
dal silente pianto
e delle api
implorerei la colpa
se alle mie labbra
di sfamare
incolmabile fame
sulle tue
venisse offerto
ad ogni declino di sole
nelle amabili onde.
 
Cristina Desogus
 

Fogli abbandonati

sabato, Marzo 21st, 2009
Ingentilite  
sono ora le acque
dal lieve riflesso
di petali odorosi di gigli
morti nel vento
prima che giungesse
il giorno.
 
 Le candide membra
poggia stanca la notte
 piegando
dei fiori i boccioli
 per riguardo
all’età fugace
del sorriso leggero.
 
In questo istante
è indolente il viaggio
dei ruscelli
per le chiare fonti
allontanate dalla memoria
già dai primi segni
 di primavera
quando la fresca rugiada
rianima il viso.
 
Dei fili d’erba
a cui ho annodato lemmi
ancora prima
d’esser persuasa
a cercare negli abissi
l’odore acre
della nuda terra
 e nei cieli
il colore limpido
del mio mare…
 
ora
 cosa rimane inciso
sui fogli abbandonati
desiderosi
 di nuova vita?
 
 Vacilla la donna
abbracciata al pianto
strappando ragioni
dai precipizi
e dalle fredde mani
erige miraggi
 con il sol battito
dei cigli.
 
 
Cristina Desogus
 

Ispirazione D'Arte

venerdì, Marzo 13th, 2009

ship.jpg The Ship, Salvador Dali image by ska17

Salvador Dali " The ship"

 

 

Fili di seta
 
E’ forse follia
appendere con fili di seta
il coraggio
all’albero della vita
imbastendo vele rigonfie
 di vento e miraggi.
 
In punta di piedi
distinguo le vie della sorte
riempiendo la bocca
d’amaro morso.
 
Al petto
 inchiodo il respiro
e occhi schiudo alle onde
 nella tempesta concepita
in oscuri recessi
dell’ego.
 
Vortici e spume
scaraventano
pensieri naufraghi
su spiagge mosse
dal reale
come lieve velo
di sabbia.
 
È follia
destare il sonno
di coloro
che volando trovano
approdo.
 
Cristina Desogus

Ispirazione D'Arte

giovedì, Marzo 12th, 2009

Joseph Mallord William Turner "Snow Storm: Hannibal and his Army Crossing the Alps" 1812

Uno e tutto
 
Non sia smarrimento
per l’animo
la consapevolezza
d’ essere granello
davanti agli abissi
da cui luce
contemplo
in spietata morsa.
 
Emerge dove il nero
è tutt’uno con il mondo
e dell’ esser umano
 si cura
da mutare suo aspetto
in sostanza.
 
Fluttua greve
la carne cavalcando
la paura
e il pensiero
da essa si discosta.
 
Troppo peso
trascinar in alto
fredde ossa
che di polvere fan venti
a rafforzare timori
adeguati
alle umane menti.
 
Un chiarore, un sussurro
 
nell’orizzonte ignoto
divento partecipe
del banchetto
che è vita nella morte.
 
 
Cristina Desogus