Archive for Maggio, 2009
Stringo i denti al morso del respiro
prona è l’ultima corsa alla foce.
Inesperta. Partecipo come ospite
al banchetto di parole; sono sazia.
Lasciatemi annegare a braccia tese
cado sottomessa dentro due righe.
Il fango inghiotte; l’alba è muta.
Cristina Desogus
“E ti vedo”
domenica, Maggio 31st, 2009Sfiorato da una notte
che non è la mia.
Riscaldato da una luce
a me conosciuta
che scioglie il pianto
come cera senza fuoco.
E ti annuso.
Avvolto nel profumo
di un respiro
che di me ricorda
solo il nome; Amore.
Dammi un colore.
Un giorno d’ esistenza
che allontani il dubbio
Guardami!
A lungo ho atteso
dentro occhi scuciti
di una notte
che di me fa scempio
disperdendo la speranza
d’ogni pensiero
… chiaro.
Cristina Desogus
“Dalle mani”
domenica, Maggio 31st, 2009Ho stretto delle nuvole i fulmini
nel conteggio delle stelle
… e intanto:
ignoravo d’aver legato al cielo
niente più che pen(s)ose ore.
Ahimè, insensata donna:
ricoperta da caterve
di grano acerbo, in apnea
ho tremato e ho aperto occhi
come porte offerte al terrore
liberando dalla morsa
il delirio.
Non mentirò al silenzio
dicendo a voce alta che:
non ho voluto riposo
e fecondata di nulla ho sgravato
la mente assistendo
al parto asciutto che annegava
me stessa dentro il buio.
Cristina Desogus
“Notte insonne”
domenica, Maggio 31st, 2009Ti Amo notte insonne
che mi uccidi
in nome di quel tutto
che, non distinguo
quando leghi le mie carni
a steli senza fiori
e appendi
le mie vene alle spine
per scioglier sangue
che par fermo.
Trasportami ora vento
dove l’aria slega
dita dalle rocce ed è
la scheggia e il taglio
di un mondo diviso dentro
gli occhi che piangono
lo stesso dolore
… adesso.
Cristina Desogus
“ Senso di rumore”
domenica, Maggio 31st, 2009Nel trambusto
di due ali
perdo il senno.
Conquista
senza senso
di un girotondo
giocato
con l’equilibrio
e un petalo
tatuato nel nero
della notte.
Cristina Desogus
"Trasparenza"
domenica, Maggio 31st, 2009E senza dir nulla
ripulito sarà
il bianco granito.
Della mia ombra
vagante e vagabonda:
un sol ruscello
piangerà la notte
trascorsa
nell’attimo in cui
nuove felci
e incolte erbe
prepareranno un letto
di foglie morte
ad accoglier parole
da dissipar
nel caldo vento
che giungerà ansante
ai piedi tuoi
lontani.
Cristina Desogus
“Senza colpa mi trafiggi”
domenica, Maggio 31st, 2009Gonfio di polvere
i polmoni.
Annego d’aria
le mani.
Trafiggo di suoni
gli occhi.
La luce mai nata
del mio essere
è una perdita
trascurata dall’amplesso
fulmineo del tempo.
Percorro sabbie
rovesciando il cielo
ai tuoi piedi.
Troppo di me
la pioggia
ha seminato
senza dissetare la lingua.
Cristina Desogus
“A piedi nudi”
sabato, Maggio 30th, 2009Radici e linfa
a rinverdir le foglie
cantano
le sciolte chiome
sfidando i venti.
a rinverdir le foglie
cantano
le sciolte chiome
sfidando i venti.
Son tremule
le mani
legate a fessure
di stretti rami.
le mani
legate a fessure
di stretti rami.
Filano.
Vecchi telai
con umide ali
velando
stinti specchi.
A fil di voce
s’adagiano
suoni e palpebre
di parole
fuggite lontano
dalle ginestre.
s’adagiano
suoni e palpebre
di parole
fuggite lontano
dalle ginestre.
Oh penna
scopriti nel chiaro
di spine avvinta.
di spine avvinta.
Non tremar
mentre spegni
i giorni
trascinando
a terra
le ginocchia.
mentre spegni
i giorni
trascinando
a terra
le ginocchia.
Oltrepassato
l’ingresso
crocifiggiti
al petto
i ruvidi passi
che la vita vuota
in silenzio.
l’ingresso
crocifiggiti
al petto
i ruvidi passi
che la vita vuota
in silenzio.
Cristina Desogus
“Parole & Suoni”
venerdì, Maggio 29th, 2009Non si racconti che la rondine
annuncia il dolce fiorire.
Io vidi, il rosso del suo sangue.
Colorava la neve.
Un silenzioso graffio d’ inverno.
Un attimo prima, lo ricordo.
Volava.
Non si dica ai grilli
non cantate la notte.
Sarete svegliati.
Non lascerete riposare
le stanche cicale
che han cantato al sole.
Io udì i grilli. Dormivo
e suonavo tenere canne
quanto ottavini.
Delle cicale seguì il canto.
Ed era estate, ma la neve
seminava
rossi petali in cielo.
Cristina Desogus
"Sentieri di Vento e Piume"
venerdì, Maggio 29th, 2009Nell’ urna che or profuma di muschio
scomposta divien la voce di un ciglio.
Un fazzoletto di terra al cuore si stringe
nel graffio della notte d’ ossa dipinta.
Lucciole e stille sazian or fumi di nebbia
con luce d’ambra trapuntata di spine.
Selvaggi son nati i ricami di foglie e rovi
ricoprendo Sentieri di Vento e Piume.
Cristina Desogus