Seduta fra me
e l’altrove; sei ferma.
Timida e puttana
accanto ad una stella
dondoli appesa
quando s’ inonda la terra
d’angoscia e morte.
Canta luna!
Canta, per me ora!
Regalami le note inquiete
di un assolo notturno.
Il cielo, s’allontana disfatto
e l’estate scompone
tracce di nudi fantasmi
riportati alla luce.
Canta luna!
Canta, per me ora!
Vacilla agganciata
alle labbra la notte
e del mio svanire è inezia
il cristallo di sale che placa
morenti onde schizzate
dal petto in tempesta.
Inerte rimedio tra scogli
il bianco, lenzuolo che copre
agli occhi la luce.
Coraggio luna!
Canta per me adesso!
Pesante cade
la forza e la folgore
vestendo di stracci, un cielo
senz’ astri.
Cristina Desogus