Destino avverso

Miagolando Selene
s’ ammanta di nero lucente
quando a Eolo
confessa il suo dolore.
 
Afferra un destino
e al suo amato lo porge:
 
prendi oh mio Uomo
son le mie labbra
che disegnano riverbero
in costellazioni
dove l’ ombra crudele
cammina famelica
divorando folgori
e singhiozzi d’assenza.
 
Che altro ruberai Plutone
adesso che spoglia
di ogni sorte clemente
Io amo il Sole
e nel nostro ostacolato
viaggio io ripongo
ogni disperata ora di vita?
 
Amor mio
in ghiacci perenni
sistemi frammenti di vetri
affinché il tuo sussurro
rifletta l’aurora boreale
così rara per ogni mortale
 
ed io la scorgo, la sfioro
ad ogni albeggiare
senza poterla afferrare.
 
Ascolta la mia parola:
 
a te farò ritorno
forgiata dal fuoco eterno
di questa sciagurata esistenza
disadorna di ogni catena
che sposa i nostri destini.
 
Cristina Desogus