Echi notturni

È trillo d’uccello
in una mattina di brina
la tua voce silente.
 
Intrappola fili d’erba
ancora acerbi
l’eco dei tuoi pensieri
notturni.
 
Osservi muta l’alternarsi
di schegge e lame
con foglie ingiallite
passare davanti
ai tuoi occhi stanchi.
 
Fermati,
non muovere altro passo!
Lo stridere
dei tuoi dubbiosi viavai
potrebbe stordirti.
 
È tuono di cielo
lo spasmo convulso
generato
dai tuoi voli caduti.
 
Il  boato, ormai,
ha imbrattato i petali
dei nivei gigli
lasciati in un corvino
tramonto.
 
In una cruna d’ ago
dalla punta spezzata
non puoi più,
far passare i ricordi
che hai coperto
con vasi incrinati,
 
giacché
imbastiresti da cieca ,
soltanto brandelli di stoffe
che scuciresti
nell’ albeggiare usuale
del prossimo risveglio
 
ripercorrendo sperduta
come in questa notte,
solo il miserevole risuono
dei tuoi giorni perduti.
 
Cristina Desogus
 

Una risposta a “Echi notturni”

  1. Ogni tanto mi delizio di leggere una poesia con tutto il rispetto per ogni pensiero che si porta in scrittura. Grazie per avermi concesso la capacità di percepire la tua idea ed apprezzare una tua personale tecnica ritmica. Molto piaciuta.

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