La rana

Assorta nel suo pensare
osserva il tempo futuro
riflesso in un pozzo oscuro.

Dall’alto di un sasso
dalla punta aguzza
interroga il suo intelletto
sperando nell’equilibrio.
 
Tra l’amorevole pioggia e
il burbero temporale,
sceglierei…
di farmi accecare
dai fulmini per vedere
ciò che sta per arrivare.

Potendo per assurdo
con il mio gracidare
chiederei anche al vento
di tacere per non disturbare
coloro che tra i rami
sono costretti a riposare.

Mentre avanza
il gran frastuono
che divide il cielo
m’accorgo che:

né pioggia né tempesta
ancor hanno bagnato
la mia testa e loro piume.

… e anche il vento
 ha smesso di soffiare.

(Criss)