Lacrime di inchiostro

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Non sto piangendo,non ho motivo di piangere adesso. E allora? Perché seguo il ritmo di quella nota di piano come ipnotizzata? È un do, un si, o un la… non so, non conosco pentagrammi ora. Non distinguo null’altro che il tintinnio di gocce pesanti quanto il piombo che cadono e  sporcano questo maledetto foglio.
Voglio uscire! Devo uscire, andare… attraversare la notte, vestirmi di buio… sentirmi lontano da tutto, da queste lacrime che porto a passeggio tra alti alberi e fruscii di vento. Li,  sono sicura scompariranno, la nebbia le assorbirà e io a tentoni percorrerò sentieri allontanando ogni giustificazione. Non abbiate paura lacrime mie, vi terrò sulle mani annegandovi nelle acque di qualche sorgente… ma voi, esalando l’ultimo respiro siate clementi, non chiedetemi il perché di questa strana notte tra sentieri nebbiosi accompagnati da note, perché vi racconterei la mia più grande bugia negandovi d’essere rimpianti travestiti da fiori stinti da cui i petali ostinatamente mai riuscirò a far cadere.
 
Criss

4 Risposte a “Lacrime di inchiostro”

  1. molte volte non riusciamo a dare un nome alle proprie emozioni, molte volte non sappiamo dare un nome o identificarci nella psiche che muove la nostra mente ed è per questo che utilizziamo la cura della poesia

  2. Ti comprendo, appartengo anche io al dolore, sia fisico che mentale, ma si può combiare non ostante il dolore continuerà a seguirci senza lasciarci troppe illusioni

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