Leggende e favole… vita!

Nelle coste occidentali del “Basso Sulcis” si scorge una grotta chiamata “ Sa Grutta e is Corombus”. Una triste quanto misteriosa leggenda ruota intorno alla sopracitata cavità naturale.

 
 
 
*Luinë e l’ Amore*
 
 

  
Si racconta che una giovane jana di nome Luinë preferì trascorrere in un freddo anfratto della Sardegna il tempo necessario al suo Amore per ritornare dal mare.
Il giovane doveva affrontare una difficile prova, e solo dopo averla superata avrebbe acquisito il diritto di chiederla in sposa.  
Ben radicate e  severe, le tradizioni fin dall’antichità caratterizzano l’isola della Sardegna; nessuno ne è esonerato poiché non è concesso sottrarsi al destino; pertanto,  neanche lui che era figlio del capo di un villaggio avrebbe potuto evitarlo. 
 
La giovane Luinë durante i primi anni di solitudine arricchì i costoni esterni della grotta con il raro Asterisco Marittimo.
In poco tempo uno splendido colore giallo illuminò tutta la costa fin dove occhio poteva vedere.
 
Mentre lavorava ripeteva sorridendo dolcemente: “in questo modo  Amore Mio saprai sempre dove approdare anche se il mare sarà in  tempesta.”
 
Lungo il versante raggiungibile dalla terra ferma seminò una quantità variopinta di vegetazione mediterranea.
Poi per proteggersi dal forte vento piantò dei robusti pini d’Aleppo, che tra le altre cose avrebbero impedito ad altri esseri umani di scorgere il suo rifugio.
 
Ancora oggi tutta la zona è caratterizzata da questa rara vegetazione.
Verità e leggenda legano a doppio filo i racconti degli innamorati che giurano d’aver sentito durante le passeggiate nella pineta una malinconica nenia salire dalla costa.
 
 “Non ho mani da stringere, non ho labbra da baciare… con te vivo Mio Amore in ogni respiro del mare.”
 
E così… trascorsero dieci lunghi anni dal giorno in cui seduta sulla scogliera lo aveva visto allontanarsi.
Quel giorno, con lo sguardo era riuscita a vedere l’espressione degli occhi di lui.
Il suo cuore aveva udito una sola parola riempire il silenzio del mare:
“ tornerò!”
Spesso il mare durante l’inverno portava cattivi presagi che avrebbero potuto far vacillare le sue speranze, ma lei non dubitò mai della parola che aveva riempito il suo cuore.
 Ad ogni alba legava uno dei suoi capelli d’oro alla zampetta di un colombo sussurrandogli: “ vai, tu sai da chi devi giungere, non ti occorrerà parlare, posati solo sulle sue mani e poi torna da me. Io capirò.”
Al tramonto il colombo faceva ritorno e sulla zampetta con occhi tristi la jana  trovava ancora annodato lo stesso capello.
Allora Luinë delicatamente lo slegava e lo riannodava ad uno spuntone di roccia situato all’interno della sua grotta.
Tutti i giorni, per dieci lunghi anni, attese che i colombi tornassero senza il capello stretto alla zampetta, ma mai accadde.
 
Una mattina mentre s’accingeva a liberare l’ennesimo colombo, una donnola si sedette accanto a lei e disse: “ piccola jana, ma veramente pensi che un uomo possa far ritorno da te che vivi in una misera grotta quando al di là dell’orizzonte gli hanno destinato un palazzo d’oro?”
La ragazza sorrise e rispose: “ si!  Il Mio Amore non preferirebbe mai ciò che trova fine nel tempo.  Il Mio Amore non sostituirebbe mai una coperta pregiata al mio caldo abbraccio; sono sicura che non esista seta o velluto che possa sostituire la morbidezza delle mie labbra… quindi, con certezza ti dico che il Mio Amore tornerà da me!”
 
La donnola, che altro non era che una strega malvagia (margiana) sogghignò e le disse: “va bene ragazza, ti concedo tre desideri allora. Dimmi cosa vorresti di più al mondo in questo momento?”
Luinë rispose senza esitare: “ vorrei che la mia terra conservasse sempre lo spirito libero e l’orgoglio che la distingue anche quando le difficoltà appaiono insormontabili.
Poi, vorrei che davanti a questa costa possa nascere dalle profondità del mare il simbolo della famiglia.
Come terzo desiderio, vorrei che questa grotta nei secoli a venire possa rammentare a tutti quanto è forte il sentimento dell’ amore se è sincero.”
“Va bene Luinë, esaudirò ciò che hai chiesto, ma prima ti farò un regalo” rispose la strega.
 
Improvvisamente si calmarono le acque del mare.
Divennero talmente cristalline che la piccola jana osservandone la superficie riuscì a vedere il Suo Amore.
Era felice, e si trovava accanto a lei.
Le loro voci raggianti risalivano le profondità del mare carezzandole il cuore. Riempì lo sguardo delle loro corse in prati profumati e pieni di fiori.
Senza rendersene conto iniziò a piangere con il sorriso sulle labbra; ogni lacrima che cadeva sulle rocce diede vita ad un piccolo cristallo che rifletteva i colori di quel meraviglioso mondo sottomarino.
 
La margiana allora con cattiveria le chiese: “ perché sorridi se sai che ciò che stai osservando è solo un’illusione? Sai bene che in questa vita mai vi verrà  concesso d’essere felici come desiderate.”
 
La dolce jana rispose: “ vedi ciò che vedo io?
“Si, vedo il tuo sogno” rispose la donnola.
Luinë rispose: “ il mio non è un sogno. Il mio è  Amore Vero, incurante del tempo e del luogo in cui esso si trova, e lì,  resterà per sempre.
Ora per favore esaurisci i miei tre desideri”.
 
Fu presto fatto.
La strega eseguì.
 
Nello stesso istante in cui la strega iniziò la sua magia, gli abitanti della Sardegna acquisirono orgoglio e spirito libero nel loro essere.
Di fronte alla grotta,  dal mare emersero tre piccoli isolotti, uno accanto all’altro.
 
Da sempre gli abitanti del Sulcis li conoscono con i rispettivi nomi “il Toro, il Vitello e la Vacca;” tutti e tre sono uniti da una lingua di terra sotterranea che solca le profondità del mare.
Questo è il simbolo di un legame che non si scorge,  ma, è forte ed esiste.
I tre piccoli isolotti oggi non sono abitati da esseri umani, ma solo dagli uccelli che anno dopo anno nidificano generando nuova vita.
 
Il terzo desiderio materializzò nell’interno della grotta dei bellissimi cristalli di quarzo; piccoli cuscini dalle varie forme; nati da ogni capello che lei aveva annodato alla fredda roccia.
Quando il sole giunge all’orizzonte, il riflesso del tramonto illumina l’ingresso della grotta e regala al quarzo delle splendide sfumature rosa.
 
Le tradizioni popolari attribuiscono al quarzo rosa il significato di pietra della fertilità e perciò è il simbolo della femminilità; ad esso viene associato tutto ciò che è legato al cuore, a livello fisico ed emozionale.
Secondo alcuni, è la pietra per eccellenza da portare quando si cerca l’amore.
 
 
 
Cristina Desogus

Una risposta a “Leggende e favole… vita!”

  1. stenta un po’ nella prima parte, quasi non decolla il racconto, poi riesci a ritrovare il filo ed ad avvincere il lettore.

I commenti sono chiusi.