Leggende e favole… vita!

 Luxidecoru e la venditrice di vento
 
 
 
La leggenda narra che in un tempo lontano “sulla piana del basso Sulcis” vivesse una jana chiamata Luxidecoru.
Sono numerose ed uniche le leggende che raccontano di queste figure misteriose che abitavano i costoni delle rocce sarde:
 
Se di notte, mentre dormite, vi sentite chiamare tre volte, non vi allarmate sono le janas che vi hanno scelto.”
 
Luxidecoru viveva assieme alla sue sorelle dentro una grotta che volge lo sguardo verso il golfo di Palmas. 
Nelle sere in cui il vento diradava le nuvole si recavano felici sulle rive del Rio Mannu per raccogliere i sogni degli esseri umani e qualora ne avessero la facoltà cercavano d’ esaudirli.
Venute alla luce come essenza libera dalle fantasie umane, fin dalla notte dei tempi, le janas non conoscevano la menzogna né la malvagità.
 
Una notte di maggio Luxidecoru osservava il cielo e sentì giungere l’odore dell’acqua; da lì a poco sarebbe arrivato il terribile temporale.
Corse fuori per raccogliere  i panni disposti sul prato ad asciugare, quando un improvviso soffio di vento le strappò dalle mani il velo d’oro e argento che stringeva.
Lo vide roteare nell’aria e stregata dal suo volo lo seguì.
Conosceva bene il rischio a cui andava incontro se all’alba non avesse trovato rifugio.  
La leggenda narra che la pelle candida e delicata di questi esseri non possa sopportare il calore del sole, e quindi Luxidecoru rischiava d’esser bruciata all’istante.
 
Si allontanò troppo, e da sola peraltro; la luna cominciava a calare senza che lei potesse rendersi conto del tempo.
Si inoltrò nei boschi selvaggi che sovrastavano la pianura e lì, all’origine del fiume, vide il velo poggiato sull’acqua.
Un timido sospiro rallegrò il suo viso mentre s’ accingeva a raccoglierlo, ma all’improvviso, dalle acque affiorò una mano che l’ afferrò ;  spaventata cercò di ritrarsi trascinando con sé l’intera sagoma che la teneva stretta.
 
Luxidecoru si trovò di fronte la figura deforme di una donna, piccola e dalla pelle scivolosa come quella di un pesce; la creatura era ricoperta da scaglie maleodoranti color sangue, i suoi seni raffiguravano delle labbra affamate da cui cadevano lacrime parlanti che imploravano umanità, e lei disgustosamente rideva zittendole.
 
“Chi sei?” Le chiese la jana.
La donna con un ghigno di soddisfazione rispose: “ io sono la venditrice di vento, e tu oggi,  scomparirai per mano mia.”
 
L’alba giungeva veloce, Luxidecoru doveva tornare indietro oppure sarebbe morta; lo sapeva lei e lo sapeva benissimo anche la venditrice di vento che furbescamente le propose un inganno dicendole: “ non riuscirai a tornare a casa prima che spunti il sole, riparati dentro quest’ampolla, ed io ti nasconderò nel fondo del fiume fino alla prossima luna piena.”
Non aveva molta scelta, morire subito oppure lasciar passare il tempo sperando che il corso degli eventi potesse cambiare grazie all’imprevisto.
“ Va bene” disse.
In un attimo la luce scomparve e i suoi occhi si trovarono dinanzi ad uno spettacolo terrificante.
Sul fondo del fiume i resti degli inganni precedenti di quell’essere raccontavano sofferenze inenarrabili, vite strappate alla luce del giorno per morire nella notte eterna della menzogna.
 
I giorni e le notti trascorrevano senza tempo; il fango saliva e le alghe crescevano intorno all’ampolla, i pensieri della jana erano l’unica compagnia che la crudele creatura le aveva concesso.
 
Ma le janas hanno spirito caparbio, fierezza della terra che le genera, e Luxidecoru non era da meno.
Non voleva arrendersi al destino e con le lacrime dipinse le pareti che la circondavano.
 
Disegnò dei gigli bianchissimi che potessero riflettere ogni granello di luce filtrato da quelle acque torbide; nella volta dell’ampolla tratteggiò delle spighe di grano dorate che ricordassero il colore del pane mentre cuoce.
 
Mancava una sola notte alla tanto attesa luna piena.
 
Quella sera la malvagia creatura rammentò l’inganno e volse lo sguardo verso l’ampolla; era quasi scomparsa nella fanghiglia eppure, una timida luce risaliva le acque.
Incuriosita, avvicinò il viso per capire cosa fosse, ma non riusciva a scorgere nulla che provenisse dall’interno.
Non concepiva come quell’ insignificante ampolla emanasse luce propria.
Non poteva sapere che erano i disegni di Luxidecorun che occultavano nella luce ciò che il buio cerca di nascondere.
In preda alla rabbia la venditrice di vento sollevò la prigione dal fondo e la tenne sospesa nel torbido, ma ancora non riusciva distinguere nulla.
Decise allora di farla riemergere dall’acqua per svelare il mistero di quella luce aiutata dal buio della notte.
Ma anche in questo modo dall’ esterno non scorgeva nulla, mentre la jana dall’interno vedeva e sentiva tutto.
 
La venditrice di vento propose un nuovo inganno: “ se mi sveli la tua magia, ti lascerò tornare a casa” le disse.
Luxidecoru rispose: “ lo so, questo è certo! Non esiste nessuna magia; tutto ciò che devi fare e rompere l’ampolla, bada bene però, la luna piena  deve illuminare il mio viso se vuoi che io non possa scappare.”
 
Così fece.
Prese l’ampolla e si diresse verso la radura, lontano dalla sorgente del male gli alberi svelavano il volto della luna; senza riflettere sollevò l’ampolla sopra la sua testa e con ferocia inaudita la scagliò a terra frantumandola in milioni di frammenti.
All’improvviso i cristalli smisero di brillare e la pelle di Luxidecoru iniziò a riflettere la luce lunare che accecò lo sguardo della creatura che cadendo a terra urlò: “ maledetta mi hai resa cieca con l’inganno, pagherai per questo”.
 
Luxidecoru rispose: “ non sono stata io a renderti cieca, ma il male che ti nutre e di cui fai dono a chi non ti osserva con attenzione, ma ricorda, la mia terra già dall’antichità ha insegnato a noi che siamo suoi figli che << il Santo in processione, dalla chiesa parte e sempre indietro alla fine della festa torna >>”
 
Le janas non sono cattive, dipende da come ci si comporta con loro, non chiedono, non cercano, non pretendono, regalano bene se ne ricevono; il male lo fa chi vuole farlo con le sue mani. Chi vive nella verità non può morire per mano della menzogna. Mai!
 
Cristina Desogus
 

Una risposta a “Leggende e favole… vita!”

  1. la leggenda delle streghe portatrici di vita e di morte. In qeusto racconto sei molto più sciolta. Sono davvero belle queste storie

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