Nel silenzio delle mani

Si regge su mani stanche il giorno mentre fissa a martellate il vuoto nella ragione. La mente con inutile crudeltà tratteggia una pennellata di luce sulle spalle ed è abbandono. Come lacrima di cristallo ha dondolato sulle mie labbra  la calma rinchiusa in due note. Vita o morte. E ha giocato a rimpiattino la voce intensa della vita facendosi beffe del dolore, ma non sempre ho vinto…
In quest’attimo di pausa, non azzardo neppure l’idea di sporcare i muri con ombre cinesi, né ho la forza di articolare parole.
Vorrei non prestare attenzione neppure alla mia voce, ma  è un difficile rimarcare inutili quiproquo… non ho voglia di nulla e ho bisogno di tutto, mi rendo conto che solo il niente ha la padronanza del mio respiro.
 
Una lama invisibile penetra il mio seno cercando nascondiglio che forgi quel fuoco al centro di un deserto verde.  
 
Si regge su mani salde la paura sfiorando il cuore fino a farmi tremare all’idea di strappalo via come un filo d’erba.
Vorrei sciogliere i capelli nel dondolio di quest’altalena che ho inchiodato alle nuvole, e lanciarmi senza presa sicura toccando appena il suolo a cavallo della noia. Ma lo sguardo si è perso inseguendo un fiocco di neve morire felice tra le braccia del primo sole. Un traguardo di vita mi sono detta…  ho seguito addirittura il pianto della luna, e le ho dato ragione, perché snervata ha preferito abbracciare la follia, piuttosto che mascherare il desiderio di vivere un giorno accanto al sole… eppure in tutto questo mio osservare, una nota sbagliata evoca mille notti che ancora non ho vissuto. Continua la sua danza solitaria disegnando ombre, mentre un cucciolo di lupo intenerisce la feroce madre, e  un cane mansueto piange chiedendo una catena davanti a un precipizio.
È così, mi perdo di nuovo ascoltando il suono infelice della pioggia in una terra arida, momentaneamente vivo il mio tempo, sbagliata e assente nella mia presenza. Come quella nota mancata prendo sonno  nel silenzio delle mani… persuasa dalla mia ombra nel buio di una notte di ventiquattro ore.
 
Cristina Desogus

Una risposta a “Nel silenzio delle mani”

I commenti sono chiusi.