Un sorso di sole. Un morso di primavera.
Ecco, di questo vorrei soddisfare lo sguardo.
È indiscreto il tramonto rapito dalle labbra
e mi spoglia, minacciando una notte
avvinta alle ossa. Lo so!
Nel gioco dei venti mi terrà sveglia.
Adesso la sedia riposa. È caduta scomposta
e le api stregate dal profumo del pergolato
le ronzano intorno; del riposo non si curano.
Scivolasse un po’ più veloce questo giorno
e le cicale, avvolgessero alle spighe raccolte
il canto e il rumore della ripetuta attesa.
Così, potrei dormire e svegliarmi domani.
Cristina Desogus