Note Notturne

Ieri l’usignolo non è tornato!
Per tanto tempo aveva schiarito le lunghe notti d’inverno.
 
Il suo canto era il più caldo, il più gentile dei suoni
e riempiva i pensieri di ricche sfumature,
come una mano sapiente, che dà vita al giovane giardino.
 
Le sue note, certe volte, erano avvenenti ninfe
-le vedevo chiaramente- gravide di vita avevano il potere
di rabbonire l’incerto piroettando su gocce d’acqua.
 
Quel canto, altre volte, era come i giacinti color cielo,
oppure come gli odorosi gigli, quelli bianchi,
che dal primo bocciolo fino alla morte di tutto il colore
rendono viva ogni immagine con il solo profumo.
 
Ieri l’usignolo non è tornato!
Per tanto tempo aveva schiarito le lunghe notti d’inverno.
 
Cantava la vita con ogni tempo in un respiro.
Ahimé, com’è triste ora Primavera!
 
Nel mio giardino, di tutti i fiori gode la vista all’alba,
silente scruto, il narciso che accenna un sorriso,
mentre si specchia  pago di sé in una goccia di rugiada,
 
adesso le fresie e i gelsomini odorano di nuovo,
sussurrano di favole alle “pratoline” ansiose di sbocciare,
 
ma nessun gentil canto rabbonirà le tenebre.
 
Cristina Desogus