Sentieri di vetro

Oltrepassato  il fosso

e altrove trovarne un altro

con sponde più basse da cui balzare

in pozze di fango e occhi vuoti

in cui annegare.

 

Ti osservo riflessa

e nel silenzio mi muovo

con te accanto.

 

Mulinando come il vento

tra scoglio e scoglio

su aguzze argille

continui a camminare

plasmando nel buio

quella luce

racchiusa in un pugno.

 

Mi riscalda la distanza

 l’attimo

custodito nel calore

di un bacio

che smuove

 il cielo

tant’ è ambito.

 

Tarda è l’ora, adesso

 per rimanere

imprigionata  al volto cupo

 di quella luna

sbirciando di tanto in tanto

 il viso di un ombra

ormai sconosciuta che calca

  stessi passi

su impronte smorzate.

 

 Osservo nell’ oggi

 insegnandoti a camminare

figura silente.

 

Apri le mani

e dai pugni chiusi riconosci

ciò che lentamente

 si spegne

scucendo stoffe sorrette nell’aria

per imbastire un vestito

di chiarore

che t’appartiene, ora.

 

 

Cristina Desogus