Vieni, ti offro il mio regno

Vieni, ti offro un verso senza nodi,
notti umide, alloggi senza muri affrescati

– sradicati dalla mia mente nefasta

se non sei all’altezza di abitare i miei inferni
ricongiungi le tue mani
prega i tuoi benevoli santi
e fai ritorno a cattedrali allestite di sogni!
discorri come una vergine al mio cospetto
vacilli sotto la pelle,
e nelle vene ti muovi scaltro

ti sento
ti contorci
ti dibatti

sei un serpente che s’appresta alla muta
ti strusci infido
su cicatrici e tempo, e intanto,
mentre pensi al modo di possedermi
mi diventi schiavo
e crolla l’immagine sbiadita della tua grazia
che si trastulla
con la corda tra i resti di archi in rovina
crolla il tuo impero
si sono stinte le perle del mio rosario
erano finte come le mie preghiere
erano ritagli di vetro come i giorni a venire.

– sradicati dalla mia mente blasfema
Oppure

Percorri_mi le retrovie della mente
cerca_mi dentro ore ingorde di parole
dentro ore senza sonno
con palmi avvolti alla bocca
ti dico
ti voglio
disteso sull’erba bagnata della notte
e sorrido maliarda svergognando il peccato,
dici che è osceno?
Strisciami su per la vena del cuore
vuoi la mia pelle?
Ti sento, stilli gocce di paura, di lussuria
vuoi sottrarti all’oscura inquisizione
e non ne sei immune muovi di passi lenti
mi ami
mi odi
– vieni ho un regno da offrirti
il tuo è sconfitto in questo ninnare
in un unico colpo liberati della tua pelle
indossami
oppure

– sradicati delle mie notti

Qui! fa eco la mano forzando il petto
– Benvenuto all’inferno!

Cristina Desogus