Parole incerte

Questo intervallo piovigginoso
passato a strisciare sulla superficie
come lombrico che teme il fango
di cui si nutre la sostanza materiale
di ciò che sono diventata.
 
Senza certezza di saper risollevare
il capo e vedere il volto di una formica
estranea agli abissi che possiede ali
stropicciate,  forti per volare
 prima che arrivi il temporale.
 
Di questo tempo immutabile
in definitiva, cosa decido di stringere
al mio petto, per non perdermi?
 
Sosterrei anche il peso di rinchiuderlo
in un respiro che possa allontanare il buio
quando scioglie la nebbia del dubbio
in una sciagurata stilla che di me parla.
 
Scorre il fiume in senso inverso, ora,
percorrendo profondità della terra
a me forestiere, per natura e tempo
 
… come questa penna
che sciolta scorazza tra parole estinte,
setacciando come un cucciolo ramingo
la parte più nascosta,  di rovine superstiti
allo scempio di basiliche di carta,
che a suo tempo sistemai a mia difesa.
 
Di questo tempo immutabile in definitiva,
cosa decido di stringere tra le mani,
per afferrare la vita, senza perdermi?
 
Cristina Desogus
 

3 Risposte a “Parole incerte”



  1. Questo blog è una dolce culla per l’Anima e gli scritti un’ovatta per il cuor stanco.Complimenti davvero.

  2. ..alla fine il quesito che poni lascia veramente spazio a mille risposte…e ti tiene il cuore in uno squilibrio dolce..compliementi gran bella poesia…

  3. La speranza, il perdono di noi stessi se abbiamo delle colpe e ricomincire con una luce nuova negli occhi e un calore nuovo nel cuore, a costo di sforzarci, una, cento, mille volte.

    con affetto, il terrone

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