E ancora, le mie labbra si placano
con morsi d’asciutta tregua. Vivono
di gelo come la neve, tra l’azzurro
e il temporale che le scompone.
Ma tu mio amato, Sei, fuoco vivace
che cade sul fieno, non conosci
il passo di mutevoli stagioni in me:
d’ inverno come d’estate mi tempri,
e ad ogni primavera rinnovi colori
e profumi, ravvivi perlate ceneri
per poi ricoprirmi d’oro in autunno;
mio amato perdona se così t’amo:
quando di carni e istinti fai scempio;
e ancora, ti dirò che t’amo quando
lacerata la veste d’ogni falso tempo
regnerai nell’assenza che ora vivo.
Cristina Desogus