Canti notturni

Attendo e ancora ritorna
il pianto di lupo
in una notte che abbia una fine
spaventata dall’alba.
Sussurro e ascolto la supplica
che non viva di giorno
vestendo il corpo di donna
con piume d’uccello.
Sogno ai piedi delle rovine
 cattedrali annientate
da un’onda selvaggia
che nel vento in volo mi porta
senza bisogno di voce.
E’ pianto di lupo
il volo leggero vissuto nel sonno
che prega la luna
vestendo il mio sguardo perduto
nei raggi del sole.
Pietoso mostra un trofeo inerme
che lacrimando chiama
l’antica corsa lanciata
nel vento solcando il ghiaccio
con impronte di fuoco vivo.
 
Cristina Desogus

3 Risposte a “Canti notturni”

  1. La mia passione si chiama poesia, la mia passione siete voi perché nella poesia vi trovo!

    Buona domenica, Francesco.

  2. Una poesia molto sofferta questa e certo di non facile interpretazione viste le metafore usate in maniera molto particolare e comunque appropriate.Una poesia dove in special modo nella seconda strofa la sofferenza per un quotidiano non del tutto ottimale è tangibile mischiata alla stanchezza di vivere un sogno che seppur bello rimane comunque un sogno senza andare mai al di là delle aspettative. Dove è quasi tutto un ascoltare, un colloquiare con il tuo intimo… ed è proprio questo il filo conduttore di tutta la poesia un sofferente colloquiare col te stessa che ricompare evidente nella quarta strofa dove fra luna e sole si legge come un qualcosa di molto bello, lucente si… ma allo stesso tempo fatuo, come un qualcosa di impossibile, di lontano almeno fisicamente che da gioia ma allo stesso tempo arreca dolore e sofferenza.Concludo col dire che questa è un’ottima poesia anche se differente dal tuo classico modo di comporre versi dove comunque riesci ad esprimerti alla grande.

    Sei proprio brava!

    ………..bluesax…………….

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