La voce circondata
dalla mano.
Nuda carezza
di vuoti
e perimetri d’acqua
piantati
in magri fossati.
È quercia incisa
nel taglio del petto
con pergamene
stilate
nelle stagioni
di polveri
e venature di pianto
che urlan follia
stringendo il senno.
È Amore
il passo perduto
al confine
di un autunno.
Inverno trovato
nel vago scioglier
di neve
sul piano smosso
di labbra fasciate
con cenere
e bende nuove.
Cristina Desogus
Gioia, scrivi delle poesie bellissime, ma la musica che hai scelto non è adeguata…
poesia e musica sono lo stelo, e i petali, di uno stesso fiore…