Ti accendi bugiarda notte,
con macchie di parole grevi
trafiggi la stasi dell’aria
e attraversi cieli di ghiaccio.
Rimani con me un attimo,
oppure, ti fermi a rimpinzarti
su una tavola allestita di nodi
e frammenti di lontananze?
Vieni con me, sporgiti innanzi
ai miei precipizi taglienti
e guarda con i miei cigli nudi
di paura e ragionevolezza,
osserva senza impallidire
come da queste assenze
senza armonia e senza note
sgorgano torrenti oscuri,
indicibile bellezza è la caduta
è un attimo, un lampo,
è quel istante di incontenibile
vivere senza respiro alcuno.
© Cristina Desogus