Archive for the ‘Poesia notte’ Category

Un giorno qualunque

sabato, Novembre 24th, 2012

O maledetto
giullare
dei miei viaggi
notturni

ormai dirigi
lo sguardo
verso
navi di nebbia,

giardino
triste
di rose rosse
m’hai piantato
in petto
con la tua fuga.

E le parole?

Introverso
canto di cicale
in cui
abbandonare
la saggezza.

Cristina Desogus

Di nero velluto vestita

venerdì, Novembre 16th, 2012

Ancor prima d’arrivare
m’oltrepassi nella confusione
di tutto ciò che sei;
in te ambigua riascolto di

quando svelti erano gli anni,
e gli sguardi ansiosi di godere
allarmavano sguaiati grilli.

Oh mia notte, mia puttana
ingenua e ribelle
non ti avessi allietata
di troppe rughe nel tempo
ora saresti scaltra;

non riesci più a fottermi
cavalcando nuda
dentro sogni lucidi e incubi;

dovresti essere più diabolica
statua d’acqua e sale,
falce senza cuore
che pende sulla mia testa
tra arcani arcipelaghi d’idee.

Cristina Desogus

L’elemosina di un granello

venerdì, Novembre 16th, 2012

Vedevo un sole azzurro tra le ginestre
gialla di foglie era vera quella visione;
baci franavano da false rinascite come
dai tuoi occhi quei piccoli vetri di sale.
Ci si era persi tra ciglia d’un flashback,
poi d’un tratto… gli alberi erano neri
come uno sputo di ghiaccio sull’erba,
onde smosse da confuse labbra fallaci
e la voce era cadenza dai toni argento.
C’eri anche tu l’autunno in cui toccava
terra un fiore facendo tanto rumore?

Cristina Desogus

Il mio gatto ha sete

mercoledì, Novembre 14th, 2012

Oggi ho proprio fame
di poesia
fame di una vita vera,
di una vita vissuta
e non
leccata dalle finestre;
Intorno a me pagine
di
Corso
Bukowski
Baudelaire
Verlaine
Hölderlin
Puškin
Il mio gatto ha sete
mi fissa, aspetta
e dal lavandino cade
un goccia
gocciola il tempo
la noia di me.
Altri cinque versi
forse dieci
un’altro morso
di poesia, di verità
e poi slaccio astio
dalle ossa
dalle vene
dalle ore.
Leggo
leggo il respiro
di una notte disfatta
uccisa nei passi
al buio,
nelle luci smorzate
poi spente
-tieni docile amico,
ecco l’acqua,
sai ancora mi chiedo,
il perché di tutto
non si slegano le idee
mi fissano, come te
e sono sempre li,

ma d’altronde
ho fatto ben altre cose
senza
capirne il senso,

e se avessi
un cuore per guardarmi
dentro senza bugie
in quel lampo di ragione
potrei anche strapparmi
gli occhi.

Cristina Desogus

Venne da me…

sabato, Novembre 10th, 2012

Venne da me la notte
e disse: ho da parlarti.

Scavalcai la sua bocca,
e senza fretta
continuai a leggere
le poesie di Brodskij.

Mi sfiorò i capelli,
e poi di nuovo il viso;
la mano
era fredda, pesante

– lo ricordo bene-

Disse ancora
con voce dura: chiudi
quel libro.

Mi invitò a seguirla,
scalza, disarmata,

sentivo sulla pelle
fluire paura; ombra;
ansioso silenzio,

e il fango…

era affondo affilato,
catena di ferro
e acqua.

Le note stridenti
di un piano distante;
l’eco
dei tuoni e i latrati
dei cani, chiudevano
il respiro
dietro la schiena;

-ero lama, e buio-

Venne da me
affamata la notte
e come una fanciulla
si aggrappò
crudele ai miei seni,

e disse

donna: ho da parlarti.

Cristina Desogus

Sono solo un pagliaccio

domenica, Novembre 4th, 2012

Sai
a volte ti invidio.
Penso: vorrei avere il tuo estro
l’inventiva di cucire parole
come bottoni alla sottana della notte
oppure
oppure inventare una storia
dal nulla
così
immaginando
di essere una bambina
che ritaglia dei cartoni
poi colorarli
dargli forma
quella
quella che più mi piace
una che mi faccia ridere
che rispecchi
il mio essere pagliaccio che prende per il culo
solo se stessa
e mentre ride
piange.
Sai
a volte invidio anche te
che della vita hai capito tutto
mentre
io continuo a rivoltarmi dentro
come un calzino rotto
senza mai capire un cazzo
di come vanno davvero le cose li fuori
e mi sento un pagliaccio
quando ti leggo
quando cerco di capire
di imparare la tua arte
e a te viene così naturale
mentre io
se vomito ciò che ho dentro
vedo solo
parole
tristezza
disperazione
rabbia
repressa
leggo che sono d e p r e s s a.
Voglio la favola.
Voglio l’amore.
Voglio l’estro del fottermene della forma.
Sai
a volte ti invidio
e oggi
oggi ho pianto
tanto per cambiare mi sono sentita
diversa
diversa dalle parole che vorrei
che leggo
dai visi che non ricordo mai
a cui sorrido
diversa
dalle facce che non dimentico
dall’apatia che mi sotterra
diversa da tutto il resto del mondo
che bene o male campa
oppure muore
ma c’è chi dice: è la vita
si va avanti.
Sai
oggi sono davvero io,
il pagliaccio
quella che tolto il trucco
fuma troppo
dice parolacce
si incazza per tutto
anche se non gliene dovrebbe fregare un cazzo
ma non si lamenta più
Oggi ho visto le vostre facce oltre
le vostre parole
e mi sono trovata in difetto
mi sono fatta paura
e ho pianto.

Sono solo un pagliaccio.

Cristina Desogus

Mi Sei sangue Amore

sabato, Novembre 3rd, 2012

Ah, Esser Amore. Cos’è poi, Amore?

Momentaneo giogo trascinato da due
stolti, in apparenza naufraghi gioiosi,
spogliati d’ogni gloria a di-struggersi
per carne la mente, afflizione e sogni.

Ah, se potessi farti capire quanto Sei,
quanto Amore. Ti sussurrerei ancora
e ancora che ti amo; girando intorno
alla tua invitante ragnatela ti fisserei
in ossessioni di carne e ti implorerei:

“divora-mi, sfama il tuo Essere in me
finché, sentendo la vita che si dibatte
in ogni tua fibra, sceglierai morte pur
di non slegare il tuo sangue dal mio.”

Ah, Esser-ti Amore, Esser-ti sangue…

Cristina Desogus

Memorie di polvere

giovedì, Novembre 1st, 2012

Ho memoria di una notte indolente.

Di stelle il drappo nel cielo appeso ai forse,
due mani di ghiaccio lambivano il viso,

consumati

in assenze del poi, ungevamo dita di vuoti

dentro un anonimo cimitero sbiadito

inaspettata
una solitaria cantilena,

riempiva sovrana il respiro dei pini di noi,

era strano,
parlava alla tua mancanza con la tua voce,

morbida più della rugiada che al mattino
sveglia l’alba delle più belle cose.

E prima ancora siamo stati goccia.
Un assolo di tempesta che scarica a mare.

Si cadeva dai tuoi sorrisi incendiando

la sera
accecante

ma troppo lontana
per stringerci entrambi al suo turgido seno.

Il mare le sue estremità, gli occhi il pianto
in onde e suppliche di chi voleva

rinascerti
accanto

con margine di orgoglio divoravi
il mio stesso infelice cielo e il falso chiarore
tipico delle parole non dette,

non potevi saperlo

ma avresti detto
-tu muori nell’istante amplificato di un noi.

Cristina Desogus

Anima Maledetta

domenica, Ottobre 28th, 2012

Lasciami andare, mio demone imperfetto,
ormai è giunta l’ora per me di partire,
andare per terra di labirinti e impellenze,
terra che luce non chiede, e ombra non teme.
Laggiù, davanti al primo cancello, custodito
da un ratto ubriaco e fatto d’oppio,
a terrà lascerò il mio sapere e l’ignoranza,
i lacci della carne e le leggerezze del cuore;
solitaria ed efferata come la stessa vita,
la via porterà l’anima mia maledetta
dove radici han già superato l’abisso più cupo.
Morte, oh amica Morte, non accendere i lumi,
non apparecchiare la tua deliziosa tavola,
non tribolare anzi tempo scaldandomi il letto,
non sei tu che verrò a consolare stanotte,
non è questo il tempo, non ancora.
Lasciami andare, mio demone imperfetto,
asciuga le tue profumate lacrime ora,
vado cercando un peso maggiore dei tuoi vizi,
vado tra solitudini e lontananze segrete
per trovare l’insaziabile fuoco del mio Essere.

Cristina Desogus

Non-Senso

domenica, Ottobre 28th, 2012

Sono il cammino sterile della pioggia,
con foga ingravido di martirio la terra
già pregna di rancore e orrore umano.

Altre volte sono granaio che straripa,
senza alcun rimorso vedo mio fratello
a terra, muore per mancanza di pane.

Anche oggi è morto il giorno in me.

Sono il falco assassino da calunniare,
con me si diletta l’amabile colomba,
sul tetto m’apre le cosce, sorridente
macchia col mio sangue il suo petto.

Muore dentro occhi ciechi l’umanità.
Il verme rincorre la foglia per mutare
aspetto, s’atteggia, si sente leggero.

Anche oggi è morto il giorno su mani
impeccabili, sono tese e offrono fame.

Stringendo, mi scompongo fuori asse,
chiuso in virgole ed editti che godono
dentro dottrine riempite di menzogne.

-In foreste di pioppi, hai mai cercato
fiori nell’ombra emarginata dal tutto?
Te lo vedi cadere addosso il decorso
di pace e l’infame rovescio del sereno.

Sono il Non-Senso dell’essere Vita.

Sono il minuto di solidarietà sincera
per la morte, di ora in ora annaspo
nel falso vociferare di verità assolute,

sano il giorno defunto nelle tue virtù,
il cieco afflitto da pregiudizi e morale.

Cristina Desogus