Di mille spade i giorni

Sono così indecente in questo mio avanzare,
come un animale stanato dal predatore
ferita a morte nell’orgoglio e offesa nell’anima
mi accuccio nei labirinti illusi dalla mente,

come un corteo di vermi che cadavere affolla,
mi nauseo del fetore esalato dalla mia fame
d’amore, e lecco fanghiglia ogni giorno dentro
secche pozze placando labbra ormai inutili.

Nei tuoi silenzi mi conservo masticando ferro,
io burattino, senza lacci sono annodata
a questa miseria chiamata vita e sputo poesia
imparando dalle tue mancanze i miei difetti.

Cristina Desogus