Archive for Gennaio, 2009
Di tutto ciò, che il mare custodirà di me
solo il silenzio rimarrà inviolato sul bagnasciuga
in balia delle burrasche quanto delle acque chete.
Il mio sguardo, abbandonato oltre l’orizzonte
cercando ciò che la terra ferma non mi ha concesso
lo troveranno in quei faraglioni che troppe volte
si sono dissetati con gli inganni della mente
privilegiando le lacrime salate agli amabili flutti.
Il miei capelli, trasportati dalla brezza rovente
nei crepuscoli sperduti delle estati fatiscenti
saranno i fili che sosterranno le parole mai scritte
quando ancorate al cuore scivoleranno negli abissi.
Di tutto ciò, che il mare custodirà di me
solo la mia voce verrà restituita al bagnasciuga
per cullare il cuore di chi mi ha realmente amato.
Cristina Desogus
Certezze
venerdì, Gennaio 30th, 2009Dalle mie mani si snoda la supplica
di una tua carezza notturna
che non sia solo velo di nebbia
spezzato nelle ore d’attesa
divise dal giorno interminabile e scarno.
Dalle mie labbra sboccia silente
il desiderio del tuo caldo respiro
che stritoli il gelo dell’ansioso tormento
offerto da questo calice amaro
che disseta qualsiasi mio secondo.
Dalle mie palpebre si schiude la porta
che per lontane valli a te mi conduce
radicandoti nel mio seno come quercia
da cui nelle stagioni cedevoli coglierai
possedendomi linfa di bosco
per sfamare le tue fronde affamate.
Da questo istante privato di noi
in cui ti voglio in verità più dell’aria
sorge un sole rosso come il mio sangue
… e t’agiti in me, ti sento come la vita.
Cristina Desogus
Ispirazione d'arte
giovedì, Gennaio 29th, 2009 Gustav Klimt
[Essenza di donna]
Rossi capelli e labbra di seta
adagiata al mio seno
la mia passione mi adorna
di rose e camelie profumo la pelle
socchiudo gli occhi e amo.
Amo!
adagiata al mio seno
la mia passione mi adorna
di rose e camelie profumo la pelle
socchiudo gli occhi e amo.
Amo!
Cristina Desogus
Controverso
giovedì, Gennaio 29th, 2009
Giorno non dubitare arriverà
ugualmente per te
il momento della tregua.
Il tuo giacere fiacco
tra le pieghe morbide della notte
presto si appagherà
tra apostrofi di gioie e attese.
Di resoconti e componimenti
si è riempito il foglio a iosa
con pennellate variopinte
e colpi di spada, di cui ormai
non si avverte manco il dolore.
Di boccioli e brandelli
si sono stretti i nodi scorsoi
al fine d’ottenere una fune
ed evadere, verso l’amata cecità
concubina disponibile e silente.
Oh morte del pensiero, te supplico
per trovar armistizio
in questo girotondo senza inizio
che imbarazza l’intelletto
al tal punto da sentir brama di pazzia.
Io voglio giacere sciolta come il vento
con la passione incerta
e ingravidarla di vita vissuta
anche solo per un batter di ciglio
senza considerare l’ avvenire
che potrebbe spegnersi
uccidendo me, nel parto
di un amore stanco prima ancora
d’aver emesso il suo primo vagito.
Cristina Desogus
Echi notturni
mercoledì, Gennaio 28th, 2009È trillo d’uccello
in una mattina di brina
la tua voce silente.
Intrappola fili d’erba
ancora acerbi
l’eco dei tuoi pensieri
notturni.
Osservi muta l’alternarsi
di schegge e lame
con foglie ingiallite
passare davanti
ai tuoi occhi stanchi.
Fermati,
non muovere altro passo!
Lo stridere
dei tuoi dubbiosi viavai
potrebbe stordirti.
È tuono di cielo
lo spasmo convulso
generato
dai tuoi voli caduti.
Il boato, ormai,
ha imbrattato i petali
dei nivei gigli
lasciati in un corvino
tramonto.
In una cruna d’ ago
dalla punta spezzata
non puoi più,
far passare i ricordi
che hai coperto
con vasi incrinati,
giacché
imbastiresti da cieca ,
soltanto brandelli di stoffe
che scuciresti
nell’ albeggiare usuale
del prossimo risveglio
ripercorrendo sperduta
come in questa notte,
solo il miserevole risuono
dei tuoi giorni perduti.
Cristina Desogus
Inquietudini
mercoledì, Gennaio 28th, 2009Rimane tuttavia, in questa notte senza fine,
l’opportunità di essere pronta
alla comparsa, della nuova alba.
Nella logorante morte, di una piccola fiamma,
il respiro si fa debole, come quell’ombra,
che danza stanca nella parete, dipingendo
fiori di carta dall’aspro profumo.
Chi è adesso l’ombra? La donna o la candela?
Senza fretta, la sua luce guardo scemare
nell’oblio dei miei giorni a venire.
Cristina Desogus
Parole incerte
martedì, Gennaio 27th, 2009Questo intervallo piovigginoso
passato a strisciare sulla superficie
come lombrico che teme il fango
di cui si nutre la sostanza materiale
di ciò che sono diventata.
Senza certezza di saper risollevare
il capo e vedere il volto di una formica
estranea agli abissi che possiede ali
stropicciate, forti per volare
prima che arrivi il temporale.
Di questo tempo immutabile
in definitiva, cosa decido di stringere
al mio petto, per non perdermi?
Sosterrei anche il peso di rinchiuderlo
in un respiro che possa allontanare il buio
quando scioglie la nebbia del dubbio
in una sciagurata stilla che di me parla.
Scorre il fiume in senso inverso, ora,
percorrendo profondità della terra
a me forestiere, per natura e tempo
… come questa penna
che sciolta scorazza tra parole estinte,
setacciando come un cucciolo ramingo
la parte più nascosta, di rovine superstiti
allo scempio di basiliche di carta,
che a suo tempo sistemai a mia difesa.
Di questo tempo immutabile in definitiva,
cosa decido di stringere tra le mani,
per afferrare la vita, senza perdermi?
Cristina Desogus
Nel mio fuoco… tu!
sabato, Gennaio 24th, 2009Coglimi…
Tu sei, il velluto e la rosa
che veste e spoglia l’istinto,
lo stelo e la spina che penetra
ogni mia più intima parte.
che veste e spoglia l’istinto,
lo stelo e la spina che penetra
ogni mia più intima parte.
Tu sei, il petalo disperso
che il vento posa
sul mio seno impaziente
aprendo giardini e piaceri.
che il vento posa
sul mio seno impaziente
aprendo giardini e piaceri.
Tu sei, l’ape e il nettare,
il vizio e l’implorazione
che le mie labbra divorano
legate alle tue gambe.
il vizio e l’implorazione
che le mie labbra divorano
legate alle tue gambe.
Tu sei, la morale e il peccato
abbandonato e affrancato
sul mio corpo caldo che vibra
di gemito osceno e sacro.
abbandonato e affrancato
sul mio corpo caldo che vibra
di gemito osceno e sacro.
Cristina Desogus
Di te…
venerdì, Gennaio 23rd, 2009
S’aggrava il silenzio
in cui ogni parola
è un macigno di carta
puntellato sui vetri
di questa mesta giornata.
La spessa acquerugiola
è quasi nebbia di gelo
che fodera uno ad uno
impercettibili pensieri.
Mi manca il calore
di un qualsiasi giorno,
mi manchi Tu
che sei sole avvolto
in banchi di nebbia
che mi tengono al caldo.
(Criss)
Lampi casuali
giovedì, Gennaio 22nd, 2009
Carezzava il cielo
come una nuvola
persa nell’ azzurro
[era ieri]
Rotolava sull’ asfalto
come una foglia morta
in balia del vento
[era un sogno]
Caddero le campane
dai campanili
ad ogni rintocco
in quel giorno
[era un ricordo]
Urlarono i mandorli
abbandonando
i loro candidi petali:
“ svegliati è mezzo dì
al tuo tempo
devi fare ritorno”.
Le nuvole sono nere
come i rami
invecchiati dal carbone
[adesso]
I petali fradici
litigano tra loro
aizzati dal vento
incollandosi
alle foglie nel fango
[oggi]
… sei tu nel mezzo,
passata da parte a parte
dagli avvenimenti.
(Criss)