Vestita di blu l’aria ti accarezza
in un cantone di strada
la solitudine ti siede accanto
spalle al caos e viso rivolto alla vita
con fare assente
muovi le pagine ordinate
di un quaderno dove la biro
ti racconta e narra
di quel fazzoletto che il capo
ti avvolge.
T’ osservo rapita e nascosta
dalla tua ombra
nell’angolo opposto
… e la mia penna s’incrocia alla tua
in un foglio già scritto
trovato per caso.
rifletto sugli effetti dei farmaci
mi scivola dentro
l’afflizione della tua croce
L’inchiostro è una stilla veloce
che riempie pagine di sofferenza
vestita di blu come il cappotto
che piegato a lato ti somiglia.
… sollevi il capo, una pausa
nel vuoto perdi i tuoi occhi
incrociando i miei
chissà che pensi, e di nuovo
… scrivi.
Cristina Desogus
(Per non dimenticare chi intorno a noi soffre in dignitoso silenzio)
Riuscire a cogliere sempre un riflesso sospeso tra sogno e fantasia.
In questa poesia devo dire ti sei davvero superata, sei cioè riuscita a cogliere in un’altra persona a te probabilmente sconosciuta la sofferenza anche se come scrivi così composta e razionale quasi rassegnata, quindi a raccoglierla e come un atto di protezione da parte tua con questo scritto l’hai voluta condividere col mondo intero anche con noi che ti leggiamo quasi per smorzarla, quasi per alleviarla, devo dire l’hai fatto nella maniera a te piu’ usuale,più consona, con l’estrema sensibilità che sempre ti contraddistingue.Uno scritto molto al di là delle stesse parole perchè poesia è anche e soprattutto questo,è quel sentimento che aleggia invisibile all’occhio ma allo stesso illumina il cuore.
Non penso sia il caso di aggiungere nulla perchè questo scritto è già ai massimi livelli sia di scrittura sia di emozioni.I miei complimenti e aggiungo ce ne fossero al mondo persone come te.
………..bluesax……………