Archive for Aprile, 2009
Ricama
le mia pelle con la tua
e non conoscerò notte se non
… quando, tu sarai lontano.
Di echi e conchiglie
le brezze sussurrano alle perle.
S’adagia a sera ascoltando il vento
il movimento inquieto del mare.
Si culla il respiro nelle labbra
del tuo sguardo improvviso.
Nei colori accesi del tramonto
ammirata ti osservo e muoio
tra le lacrime della luna.
Cristina Desogus
ARRIVANO LE FAVOLE DI CRISS
giovedì, Aprile 30th, 2009La favola della Tata Orchina
Che fosse una Tata di notevole eleganza ormai era cosa dichiarata solennemente da tutte le bocche puritane; già!
Si racconta che la Tata Orchina amasse spropositatamente il suo lavoro. Pur di ottenere ogni risultato meritevole della massima attenzione bussava di porta in porta, non omettendo nemmeno i numeri dispari, se li faceva tutti senza distinzione, purché appartenessero a padroni con “le palle” degli occhi piene quanto le tasche.
Nota stacanovista, vantava un grande cuore, almeno alla portata della fama che godeva la sua bocca, che a detta del mitico cioccolatino, era un portento che faceva invidia anche al vento di bora tanto soffiava bene. Come la Poppins faceva nella sua borsa, anche la nostra Tata portava sempre un biglietto nascosto dentro le mutande in cui vi appuntava i vari traguardi; entusiasta lo leggeva nei momenti di noia pomeridiana oppure quando cercava ristoro dal lungo vagare notturno che tanto la teneva impegnata fino all’alba; eh già, con la recessione che coinvolgeva tutti i fronti, compreso quello del settore x-file non c’era più la grande richiesta dei suoi poteri singolari quindi poteva contare anche sulle pause ristoratrici.
La leggenda non si dilunga sulla datazione temporale della sua nascita, inoltre risulta avvolto nel mistero il giorno e l’ anno in cui ebbe inizio la sua immensa attività benefica, naturalmente e rigorosamente “ senza scopo di lucro”; l’unica cosa certa è che tantissime persone nel corso degli anni abbiano avuto modo di appurare le sue innumerevoli doti.
Tata Orchina custodiva un sogno nella tasca interna della pelliccia (rigorosamente di peluria umana ben inteso), era noto a tutti che fosse prodiga ed impegnatissima nel settore della protezione animali, soprattutto nel campo dei pennuti
… comunque, si racconta che avesse una particolare preferenza per i fossati non potendo usufruire della limpidezza del mare; miserevole creatura con tutto il bene che elargiva (sempre senza che nessuno ne venisse a conoscenza) il destino con lei era stato troppo crudele infliggendole l’etichetta di “miserabile”. Questo a causa delle gambe troppo corte per camminare, lingua biforcuta che le impediva di parlare e mani troppo lunghe che era costretta a tenere sempre in appoggio su qualsiasi cosa le capitasse a tiro.
Una terrificante lacuna questa, che aveva fatto maturare nella sua mente “eccezionale” una bizzarra fobia; “piccola creatura” non riusciva a vivere nell’ozio e quindi scavava buche, costruiva ponti con maliziosissime corde (assai precarie) che intrecciava personalmente (manco fosse Penelope che doveva raggiungere Ulisse) e con le quali puntualmente si dilettava nel bungee jumping tormentando rospi e quan’altro che pur di farla tacere intonavano cori compiaciuti insieme alle principesse nottambule.
Di suddetti canti se ne conserva qualche prezioso frammento a memoria imperitura per i posteri:
Viva lei, viva la grande Tata Orchina che sa, che dice, che fa… si, siiii!!! Viva lei che la da e la fa a tutti… la magia, prima o poi.
Si racconta che fosse posseduta da un potere paranormale, più para che normale… le sue amiche, Tate pure loro, dicevano che era talmente allenata al “movimento” che bastava un attimo e per incanto la bacchetta nelle sue mani si alzava all’istante.
La strabiliante Tata vantava gusti di grande spessore e doti incredibilmente moderne nonostante la veneranda età; era risaputo che non cucinava, non rammendava, non faceva nessuno sforzo nel suo palazzo preferendo che fossero altri ad impegnarsi per lei. Certo direte voi… perché dividere l’onere se si può prendere solo il merito…
Forse era di stirpe medio_alto_locata… ma chissà! Di sicuro comunque, amava lo spasso senza controllo, si, si… lo spasso lo adorava proprio, al punto che saliva e scendeva per km e km pur di dare sollazzo alla bacchetta magica, e quando la sera non riusciva a cavalcare bene la scopa, saliva sulla prima carrozza che le passava davanti e via, a giocare, fare magie e divertire… chi?? Ma se stessa!!
Ciò che non si è mai chiarito e che tra le altre cose non emerge dall’ attenta lettura della sua favola è: perché la chiamavano Orchina??
Si presume che il motivo possa essere attribuito al fatto che tanto fata non poteva essere né tantomeno turchina… e lei ci teneva che questo particolare fosse ben chiaro a tutti. Sicuramente non lo era mai stata, e mai a suo dire lo sarebbe diventata… nonostante fossero di moda i miracoli.
Mah! Forse non è questo il tempo in cui il mistero verrà svelato… che peccato!!! Mah, come si dice: la speranza è sempre l’ultima a morire e la prima a nascere, magari il futuro porterà la web cam e allora queste sottigliezze verranno superate……
Cristina Desogus
Nel mio sorriso
martedì, Aprile 28th, 2009Adesso che non ci sei… nel giardino cresce alto il prato.
Cammina la vita tra le siepi incolte;
le giornate s’allungano come elastici per trovare un senso;
gli uccelli sollevano lo sguardo oltre i ricordi;
la mano sfiora spine affilate contando gli anni;
le parole volano basse senza il soffio contrario del vento;
nel nido della rondine che ti salutava a marzo, un passero ha sporcato il muro di rami secchi impedendone la conclusione.
Adesso che il ritmo delle onde affonda dentro un pozzo scavato nel cemento.
I piedi scalzi inciampano nel ghiaccio di una mano sepolta dal rimorso;
la penna solca la pelle senza sosta e semina,
semina di te,
di me,
di noi,
di tutti i canti che nella gola soffocano quando nasce una nuova vita;
della morte che per natura genera con una fine.
Adesso che i filamenti delle stelle disegnano contorni limpidi.
Dall’ombra si erge una nuova luce;
la favola di cenerentola è menzogna vestita di sogni che vive felice;
la voce contrasta con la bimba morta nella neve al caldo di un fiammifero sognando una casa calda.
Adesso che Dolce Lacrima non ha più lacrime.
Diamante scheggia il vetro della bolla di sapone aprendo un varco;
il respiro è parola;
l’Io è noi;
nel mio giardino cresce alto il pensiero;
il profumo delle rose sboccia e fa all’amore con le camelie;
il sorriso nasce e muore come è giusto che la vita sia…
Cristina Desogus
Dolce Lacrima
martedì, Aprile 28th, 2009Celata nell’iride
dipingi il respiro sottile
dell’amore sulla neve.
Stretta nel sole
del tuo palmo socchiuso
tra la nebbia sei tu
… la luce.
Cristina Desogus
Prigioniera
lunedì, Aprile 27th, 2009Nel respiro delle tue mani
vive il mio turgido seno.
La fame della mia bocca
stringe la schiena nei sussulti.
Voglio
esser schiava
compiacente
avida
d’ogni voglia.
Ora, sacrificami senza pietà
alla carne arsa nel desiderio.
Con morso che divora l’aria
offrimi il gemito dell’orgasmo.
Cristina Desogus
Menzogna
domenica, Aprile 26th, 2009Grandi nomi
tieni nascosti nel bavero
della tua veste
Con le ciglia
ingravidi la malasorte
leccando il fango che cola
dal tuo ego
… nuda e tremante
sguazzi nel respiro ansante
della bilancia
che regge piatti scheggiati
come le tue mille facce
… tuttavia
Io, che sono Nessuno, rido!
Poiché Tu
non puoi stringere in mano
nessun vero nome.
Cristina Desogus
Vita
domenica, Aprile 26th, 2009È un volo a metà.
Un planare di piume infangate
che pioggia non sbianca.
Dov’ è il senso
del respiro e dell’apnea
soffocati nel collo?
È indolente moltitudine
di lutti mai sepolti
di nascite mai concepite
di parti sterili spinti fuori
insieme al sangue
… e ancora vivo.
Nei liberi pensieri
galleggio
solcando i polsi
con stiletti affilati
dalla paura.
“Vita affonda in me!”
Timorosa ritraggo la mano
e apro
un ultimo dialogo
con me stessa
liberando radici incolte
sprofondate dentro rocce
senza consistenza.
… e ancora vivo.
Un lento sbocciare
rinchiuso nello sguardo rarefatto
perduto nella luce
quando ho offerto la gola
al morso del buio.
Ti nutro vita
carezzando le tue chiome
mentre tu
con gli artigli
squarci il mio seno
che ti cresce
sapendo di morire.
Cristina Desogus
Il primo pensiero all’alba è… per l' Amore
domenica, Aprile 26th, 2009Povera d’orgoglio
gonfio le vele d’abbandono
Ricordi
la prima volta che mi dicesti
“Ti Amo” ?
Non importa
… mai scorderai
la prima volta
che le tue labbra vivranno
le mie.
Cristina Desogus
All' Amore
sabato, Aprile 25th, 2009Asciugo dal cuore
il sangue
con ali umide
intanto che
trascino una vita assente
tra il sé e il quasi
del presente.
Muoio costringendo
il dubbio
nello spazio riservato
alla fuga
di un unico respiro appeso
alle labbra, Tue.
Quando non ci sei…
Dalla ragione
vorrei risposte concrete
sul senso della morte
nella vita.
Mi arrendo!
S’ arresta l’altalena
delle ciglia nel pianto
ho sconfitto
la paura di non esistere
… che sia morte se tu
non ci sei.
Cristina Desogus
Tu sei… il mio tempo :)
mercoledì, Aprile 22nd, 2009Solleverò
gli schizzi dall’acqua
spaccando alla foce
gli argini
della tua voglia.
Scivolerai
tra le mie cosce
dilatando
ogni desiderio avvolto
sulle nostre labbra.
Arresteremo
il tempo
nell’attimo d’orgasmo
che inchioderà
la tua lingua
al verità dei miei seni.
Abbandonati
nella mia carne
intrappolando entrambi
… adesso!
Cristina Desogus